Mentre la politica ha già chiuso il fascicolo “emergenza Lambro” e a quanto pare le attenzioni mediatiche – già di per sé limitate - si sono ormai spente sul vergognoso sversamento di idrocarburi che hanno poi riguardato anche il Po e il Mar Adriatico, chi è materialmente impegnato sul posto per monitorare la situazione di salute della fauna selvatica? I cattivi dell'ambiente, i cacciatori, proprio gli stessi che vengono accusati di sparare contro qualsiasi cosa si muova.
Una trentina di volontari di Libera Caccia, Federcaccia, Italcaccia e Enalcaccia collaboreranno con i volontari della Lipu e dell'Ekoclub, dando l'esempio una volta buona di come si può operare in armonia su interessi comuni.
"In questi momenti non esiste contrapposizione tra cacciatori e ambientalisti – dichiara l’assessore provinciale alla Pesca Andrea Monti – è necessario poter contare su un efficiente gioco di squadra per coordinare al meglio gli interventi di tutela per gli animali. Questa collaborazione ha un alto valore simbolico che va oltre la contingenza del disastro ambientale".
Secondo l'assessore all'ambiente di Monza Frabrizio Sala "Questo è il momento più opportuno per pensare a una pulizia e a una riqualificazione generale del Lambro e delle sue sponde". Sala ricorda che gli interventi effettuati negli ultimi anni dalla sorgente al depuratore di San Rocco hanno dato buoni risultati: "In alcuni punti si riesce a vedere il fondo – aggiunge – stavamo per avviare altri progetti tramite il contratto di fiume. Ora sarà difficile fare altri passi avanti anche perché il Lambro attraversa una zona densamente popolata, ma vale la pena spendersi. Oltretutto abbiamo avuto anche la fortuna che gli idrocarburi sono rimasti al centro del corso e non hanno intaccato le rive".