L'Italia perde biodiversit�a ritmi senza precedenti. A sostenerlo è l'istituto nazionale per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra), che, in occasione della presentazione annuale dei dati ambientali, lancia l'allarme sull'aumento delle specie a rischio nel nostro paese.
Secondo la pubblicazione, curata insieme con le agenzie regionali, sono ''pressoche' dimezzate, in 25 anni, 33 varieta' di uccelli tipiche degli ambienti agricoli. Tra queste, l'allodola, il balestruccio, la rondine. Insomma addirittura il 23 per cento degli uccelli e il 15 per cento dei mammiferi, secondo l'Ispra rischiano di scomparire nel nostro paese. In tutto la percentuale di specie vertebrate minacciate oscilla in media tra il 47,5 per cento e il 68,4 per cento.
I più a rischio sono però i pesci d'acqua dolce, i rettili e gli anfibi che mostrano in assoluto la situazione più critica, il livello di rischio per loro arriva al 66 per cento. La situazione non è rosea nemmeno per i vegetali: il 15 per cento delle piante superiori e il 40 per cento delle piante inferiori sono in pericolo, così come 772 specie di muschi e licheni e 1.020 piante vascolari.
Secondo l'Ispra sono proprio le attività umane a determinare questo stato di cose: in primis la trasformazione degli habitat (che minaccia – dicono i ricercatori – il 50,5 per cento delle specie animali vertebrate), poi ci sono il bracconaggio e la pesca illegale.
I dati contenuti nell'annuario, come ha rilevato il commissario dell'Ispra, prefetto Vincenzo Grimaldi, sarà un supporto basilare per gli organismi preposti ad analisi e valutazioni ambientali e rappresenta il documento di riferimento delle statistiche ambientali nazionali', nonchè ''uno strumento utile sia al decisore politico che al cittadino comune''.
Da segnalare la crescita del 'verde': il patrimonio forestale nazionale stimato in circa 5.500 ettari all'anno (le Zone di protezione speciale sono 597, pari al 14,5% del territorio). Anche citta' nei capoluoghi di provincia aumenta la densita' media di verde urbano, passata dal 7,8% del 2000 all'8,3% del 2008 (disponibilita' pro-capite media da 88,40 mq a 93,60)
(Ansa)