Secondo il rapporto annuale dell'Ispra le specie a rischio aumentano con l'avanzare dell'urbanizzazione del nostro territorio. Lo ribadisce Coldiretti che pone l'accento sulla grande quantità di terreno sottratto all'agricoltura negli ultimi 40 anni in Italia: ben 12,7 milioni di ettari (quanto due volte l'estensione della regione Lombardia).
Il problema, come rilevato dall'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, coinvolge diverse specie di uccelli e mette a grave rischio una specie in particolare: la rondine. Si stima - secondo la Coldiretti- che siano meno di un milione oggi le coppie di rondini che arrivano in Italia in primavera per nidificare e ripartire entro l'inizio dell'autunno".
L'erosione di terre fertili che mette a rischio la biodiversità è imputabile - denuncia la Coldiretti - alla sottrazione per usi industriali, residenziali, civili ed infrastrutturali, oltre che all'abbandono delle zone marginali. Un processo che mette a rischio la sicurezza del territorio in Italia dove - sottolinea la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità, secondo Legambiente e Protezione Civile.
Secondo l'associazione agricola il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non e' stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è necessario intervenire per invertire una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che - precisa la Coldiretti - si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge.