L'eccessivo ricorso alla definizione di nuove aree protette è causa in molti territori di aspre diattribe, politiche ma anche sociali. Da una parte gli ambientalisti, che certo non disdegnano l'affiorare di nuove poltrone, fanno pressioni puntando su turismo e finanziamenti pubblici; dall'altra si rivendicano altre possibilità di tutela, più strettamente connesse alle esigenze della popolazione.
In Liguria per esempio i Verdi spingono per la realizzazione del Parco del Finalese e sul caso sono pronti ad affrontare le remore leghiste, che rivendicano tra le altre, anche le esigenze dei cacciatori. Quello che propongono è ora un referendum popolare, preceduto da un ampio dibattito.
“I Parchi Naturali diffusi in Italia e in Europa non sono carrozzoni, ma Enti che promuovono sviluppo, benessere e tutela ambientale – affermano i Verdi -. Essi non sono creati contro i cacciatori, oggi abbondantemente strumentalizzati dalla Lega Nord, perché nei parchi vengono individuate aree ben precise destinate all’attività venatoria selettiva (cinghiali, ecc.); lo dimostra il vicino Parco del Beigua, dove si è raggiunto un accordo tra cacciatori ed Ente Parco, tanto che il Comune di Albissola, guidato dal sindaco Orsi ha chiesto di farne parte”.
“La Lega del Finalese - continuano i Verdi del Finalese- ci può spiegare come mai in Lombardia, governata anche dalla Lega Nord, prosperano 26 parchi regionali, 22 parchi sovra-comunali e 58 riserve naturali? Questo dimostra che i parchi non sono la calamità che i vuol far credere la Lega”.