E' una lotta contro il tempo nel Golfo del Messico, dove da giorni si cerca di fermare la disastrosa e continua fuoriuscita di petrolio causata da un guasto nella piattarforma della British Peteroleum.
Si tratta di una delle più gravi catastrofi ambientali della storia, che difficilmente potrà essere risolta anche a fronte dei risarcimenti che la compagnia petrolifera dovrà versare ai quattro stati americani coinvolti: Louisiana, Alabama, Mississippi e Florida. E' notizia di ieri la chiusura di una delle falle, tra quelle più piccole. Tra circa una settimana sarà pronta la cupola ideata per arginare la fuoriuscita sotto il mare ma in tutto ci vorranno almeno tre mesi.
Il danno più grosso è quello subito dalla fauna ittica e avicola. Crostacei, molluschi e pesci muoiono per la tossicità di idrocarburi e solventi utilizzati per la dispersione, stessa sorte tocca agli uccelli che cercano di togliersi il petrolio di dosso (che impedisce loro di volare) ingerendolo e intossicandosi gravemente. A rischio anche le 31 specie di mammiferi marini che popolano la zona, i quali, tornando a galla per respirare, inalano le sostanze irritanti, senza contare che si nutrono degli stessi pesci contaminati. Ci vorranno degli anni, forse anche mezzo secolo per ripristinare, almeno in parte l'equilibrio degli ecosistemi sconvolti da una simile catastrofe.
Le autorita' federali statunitensi hanno intanto ordinato lo stop per dieci giorni alla pesca commerciale e sportiva nelle acque inquinate dalla marea nera. Il provvedimento è stato preso dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e riguarda la zona di mare che bagna la Louisiana, la foce del Mississippi fino ad arrivare a Pensacola Bay, in Florida.
(Ansa)