La Cina, habitat naturale della tigre siberiana, molto vicina al pericolo di estinzione, ha deciso di costituire 9 grandi zone di protezione per una superficie totale di 38 mila km2.
La misura si identifica con un progetto di riproduzione della specie. Si pensa cioè di realizzare corridoi ecologici che permettano alle pochissime tigri siberiane rimaste di incontrarsi ed accoppiarsi cone le 430 – 500 tigri che vivono ancora nell'estremo Oriente russo. Secondo Zhu Chunquan, il direttore dell'ufficio Wwf di Pechino, "Il numero delle tigri siberiane che vivono allo stato selvatico in Cina dovrebbe aumentare di circa 40 individui entro la fine del 2022". Oltre alle 9 zone di protezione statali, la provincia di Jilin ha istituito due riserve naturali per la tigre siberiana.
Oltre alla tigre, la Cina ha pensato di vietare la caccia e la pesca anche altre specie su 4 milioni di ettari, dove a partire dal prossimo 11 giugno sarà vietato ogni prelievo per 10 anni. Un provvedimento che spera di evitare la progressiva riduzione ed arginare il pericolo di estinzione per alcuni animali rari come lo zibellino e l'acquila reale.
L'agenzia ufficiale Xinhua spiega che “secondo i regolamenti del governo, la caccia agli uccelli selvatici e la pesca con le reti saranno illegali durante il periodo di divieto, e saranno necessari dei permessi speciali in caso di cattura di animali selvatici per ragioni scientifiche”.
(Greenreport)