Da quello che mettiamo nei nostri piatti si può capire molto sia dell'attenzione che abbiamo per la nostra salute che di quella per l'ambiente. Lo dimostra un articolato studio ideato dalla Barilla Center for Food & Nutrition e presentato in questi giorni, che si basa sulla “doppia piramide”.
Accanto alla classica, che già conoscevamo, al cui vertice appare ciò che dobbiamo assumere in maniera limitata (come i dolci), è stata aggiunta la piramide ambientale: un sistema che mostra graficamente cosa è più nocivo tra i nostri alimenti per l'ambiente, a causa del consumo del suolo, dell'acqua e tenuto conto delle emissioni di gas nocive nell'atmosfera che servono per produrlo. Veniamo così a conoscenza che chi mangia molta carne consuma giornalmente tra i 4 mila e i 5 mila e quattrocento litri d'acqua (necessari principalmente per nutrire gli animali negli allevamenti) e che invece per un menù per 4 persone a base di pasta al pomodoro, spigola al forno, verdura e frutta, vengono consumati solo 705 litri di acqua.
"La salute dipende principalmente da ciò che mangiamo e dal nostro stile di vita - ha detto il medico Camillo Ricordi dell'Università di Miami, diabetologo e uno dei maggiori esperti mondiali nel campo dei trapianti cellulari - ma oggi, e per la prima volta, il modello della doppia piramide Alimentare-Ambientale, messo a punto da Bcfn, mette in evidenza la necessità di raggiungere un equilibrio sia dal punto di vista nutrizionale sia in termini di riduzione dell'impatto ambientale del cibo".
Peccato, aggiungiamo noi, che la tabella non contempli affatto il bassissimo impatto ambientale della carne di selvaggina, il cui consumo è più che ecosostenibile ed il cui valore nutrizionale è estremamente elevato rispetto tutti gli altri tipi di carne.