Sui ventilati
tagli ai Parchi Nazionali (50 per cento secondo il testo della Finanziaria in esame al Parlamento) si sono contate le più disparate
reazioni contrarie del mondo ambientalista.
L’AIW (Associazione Italiana per la Wilderness) sta invece sul fronte opposto: "si taglino pure i fondi ai Parchi - scrive - se veramente serve a far migliorare la situazione generale del nostro Paese: se sacrifici devono essere, allora tutti devono fare la loro parte, e non c’è ragione per cui dover escludere i Parchi Nazionali".
Per l'associazione si tratta solamente di mettere gli amministratori dei parchi nelle condizioni di gestire meglio le risorse finanziarie di cui dispongono e disporranno. Da parte loro forse i Parchi dovranno riflettere, lascia intendere AIW sugli sperperi delle risorse finora concesse.
"Non è la Natura ad essere messa a rischio col taglio di questi fondi". - insiste l'associazione - "Si deve infatti sapere - continua - che la stragrande maggioranza dei fondi pubblici dati ai Parchi non vanno, come credono in tanti, a beneficio della Natura, ma a sostegno di faraonici apparati amministrativi (che potrebbero svolgere i loro compiti anche con staff tagliati, questi sì, al 50%), quando non a sostegno di iniziative spesso molto discutibili e, alla prova dei fatti, più a danno della Natura che non a suo favore (comprese certe ricerche e tante, troppe, iniziative di immagine o per fini turistici, che ben poco hanno a che fare con la finalità prima di un Parco Nazionale che è di preservare la Natura)".
AIW chiede semmai che una parte dei soldi concessi alle Aree Protette sia vincolata dallo stato "a forme di indennizzo a sostegno della fauna od acquisto di boschi, montagne, paludi e coste" , "Non è potenziando iniziative turistiche - conclude - che si proteggono i Parchi, o sovvenzionando apparati di gestione che meglio sarebbe abolire e ricondurre tutti ad un unico e meno dispendioso Servizio nazionale (cosa che consentirebbe anche una drastica riduzione del personale, in alcuni Parchi veramente in numero spropositato)".