Mai come in questa torrida estate, gli effetti devastanti dell'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali necessario a sostenere i livelli di consumo occidentali (e non solo), si sono palesati davanti ai nostri occhi. Dopo oltre due mesi di sversamento di greggio nel Golfo del Messico, dove pare si sia aperta una nuova falla anche dopo l'ultima grande operazione che ha tappato la fuoriuscita del petrolio per qualche giorno, ecco che un'altra identica emergenza si apre in Cina.
Anche qui tutto è dovuto ad un maleagurato incidente che ha portato a due diverse esplosioni nel porto di Dalian, sulla costa nordorientale della Cina. Gli oleodotti stanno versando tonnellate di petrolio in mare e destabilizzando tragicamente gli equilibri naturali di 1.500 chilometri quadrati di mare. La marea nera pare si stia spingendo oltre il limite delle acque internazionali e le spiagge della zona sono già ricoperte dalla sostanza nera. A tutto ciò si aggiunge una reazione alquanto inadatta del Governo cinese, da cui non giungono segnali di interventi mirati per ripristinare la situazione.