“Signor Presidente, in questi giorni milioni di italiani hanno sentito la sua voce in uno spot pubblicitario che, in nome del Ministero del Turismo, invitava a viaggiare in Italia: il paese più bello del mondo per la sua cultura, la sua arte, il suo paesaggio”. Così inizia la lettera scritta a Berlusconi dal Presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi e della Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, per sollecitare un autorevole intervento del premier affinchè fermi il taglio delle risorse ai parchi nazionali incluso nel testo della finanziaria. Il dimezzamento del “già magro contributo devoluto dal Ministero dell'Ambiente” (quasi 52 milioni di euro nel 2009) secondo i due ambientalisti porterà i parchi ad una “morte certa”.
Per Pratesi e Crespi, che danno voce sui quotidiani ad sit- in di protesta tenutosi in queste ore davanti al Ministero della Prestigiacomo, in gioco c'è il futuro ambientale della nostra terra. Opinione condivisa da Cianciullo su Repubblica, che fa eco ai vari appelli delle associazioni e del presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, sostenendo che le risorse elargite non basteranno nemmeno per l'ordinaria amministrazione e che i parchi si troveranno sprovvisti di difese contro abusivismo edilizio, incendi, inquinamento e bracconaggio.
L'intera operazione poi metterebbe a rischio un settore che da lavoro a 86 mila occupati. Una serie di dati alla rinfusa, quelli forniti dalla Federparchi, per alzare il tiro sul rischio che tutta la comunità correrebbe. Una cosa, fra tutti questi dati, però è certa. Dal 70 all'80 per cento dei contributi va ai costi del personale. Per esempio, il Gran Paradiso ha quasi cento dipendenti (con un tasso di assenza medio del 13%, soprattutto grazie all'abnegazione dei guardaparco) che costano quasi tre milioni e 800mila Euro, su un bilancio di sei milioni e 500mila Euro, di cui quattro milioni e 800mila di contributi statali e regionali (anno 2007). 119 sono invece i dipendenti del Parco d'Abruzzo (tasso di assenteismo del 34%!) e costano quasi cinque milioni di Euro su un bilancio di settemilioni e 400mila Euro (con contributi pubblici per più dell'80%).
Valori approssimativi e sommari, che a molti danno l'idea che più che parchi, questi siano carrozzoni. Basta sapere, come relaziona la Corte dei Conti, che per uno di questi due parchi le spese per le attività istituzionali (fra il tecnico, lo scientifico e il gestionale) sono passate dai novecentomila euro del 2003 ai trecentoquarantamila del 2007.