5.400 gli incendi boschivi registrati durante lo scorso anno, per un totale di 73 mila ettari andati in fumo soprattutto in Sardegna, Sicilia e Calabria. Ancora troppi ma il dato è positivo se si pensa che il 2009 ha registrato il numero più basso degli ultimi 18 anni. Una diminuzione che secondo il responsabile nazionale della Protezione Civile di Legambiente, Simone Andreotti, è dovuta ad una maggiore attenzione da parte della cittadinanza alla fruizione dei boschi e ad un sistema tempestivo di spegnimento e al monitoraggio delle aree boschive (portato avanti in molte regioni grazie anche al lavoro dei tanti cacciatori sul territorio).
Secondo il rapporto di Legambiente solo il 7 per cento dei comuni applicano pienamente la legge quadro sugli incendi boschivi, la 353/2000, soprattutto per quanto riguarda la modifica della destinazione ad uso dei terreni (vincolati per 15 anni in caso di incendio). E' fondamentale, spiega l'esponente di Legambiente, eliminare la possibilità di "trarre vantaggio" dai roghi, con la realizzazione del "catasto delle aree percorse dal fuoco" che, in applicazione della legge vincola per 15 anni la destinazione d'uso delle aree "bruciate" (per 10 l'edificazione, la caccia e il pascolo e per 5 le attività di rimboschimento).