La Commissione europea recentemente ha aperto una consultazione sui cambiamenti climatici coinvolgendo i paesi membri e i relativi ministri dell'Ambiente nel portare avanti strategie condivise a tutela dell'ambiente. Nel Libro Verde, una sorta canovaccio generale con cui la Commissione ha presentato le linee strategiche per aggiornare la politica ambientale del vecchio continente, grande rilievo viene dato al ruolo delle foreste, in grado di preservare la biodiversità, la fornitura idrica, di assicurare importanti serbatoi di carbonio (in grado di eliminare l'anidride carbonica nell'atmosfera).
Ma la concezione che la Commissione dà delle foreste non è relegata alla protezione realizzata nelle sole riserve naturali attraverso forme di imposizione alle attività umane, anzi, proprio all'uso sostenibile delle risorse viene dato grande rilievo. Nel Libro Verde si legge testualmente che “le foreste gestite a fini di ricreazione (comprese amenità raramente commercializzate come la caccia, le attività ricreative, il valore paesaggistico, la raccolta di frutti di bosco e funghi) fanno aumentare il valore delle proprietà circostanti, incentivano il turismo, danno un contributo allo stato di salute e di benessere e fanno parte del patrimonio culturale europeo”. Una importante posizione che si inserisce in una più larga visione ambientale, che deve passare per il diretto coinvolgimento dei Governi della Comunità Europea e devono essere quindi ampliamente condivise.
Tornando alla nostra Italia, il Libro Verde pare non trovi il consenso del Ministro all'Ambiente. E' infatti nota la posizione contraria della Prestigiacomo, che non ha visto di buon occhio la possibilità di adottare una soluzione comune sulla riduzione dei gas emessi nell'atmosfera. La Prestigiacomo del resto, si è più volte dichiarata anche contraria alla caccia, cosa che in altri paesi europei capaci di valorizzare la passione di tanti cacciatori anche a vantaggio dell'ambiente, certamente non avviene.