E' allarme cinghiali nella provincia di Trieste, dove l'altissimo numero di esemplari e la scarsa organizzazione delle misure di contenimento stanno alzando le preoccupazioni degli agricoltori e dei residenti del Carso. La popolazione dei suidi, secondo il consigliere regionale Igor Gabrovec è addirittura aumentata del 300 per cento nell'ultimo anno, con un conseguente aumento anche dei danni all'agricoltura, cresciuti, sempre secondo le stime del consigliere, del 50 per cento, non del tutto risarciti (il budget di 20.000 euro della Provincia è andato esaurito già a primavera). Vista l'assenza dei fondi e la mancanza dei sopralluoghi di accertamento dei danni, gli agricoltori hanno smesso di denunciarne l'entit�ed affrontano la situazione con i propri mezzi.
“Come se non bastasse – fa notare il Consigliere - già un mese fa i guardiacaccia provinciali hanno smesso di sparare. Motivo? Gli spari rovinano l’udito, con tanto di certificato dell’Azienda Sanitaria. Rimarrebbero – continua - i cacciatori che a loro volta mettono le mani avanti: troppo alto il numero di cinghiali da abbattere, e poi mancano le strutture adatte alla macellazione e commercializzazione della selvaggina. Infatti i guardiacaccia provinciali davano le carcasse in pasto ai rapaci delle riserve naturalistiche…”.
Infine Gabrovec lancia una provocazione: “intervenga la Prefettura, distribuendo fucili da caccia alle imprese agricole e le osmizze serviranno prosciutto e salame di cinghiale. Vi sarà, dico io, almeno un minimo diritto all’autodifesa?”.