La stagione della raccolta degli amatissimi porcini è caratterizzata quest'anno da una vera abbondanza in diverse regioni italiane. Nelle zone più battute, oltre ai fungaioli veterani, che conoscono bene le insidie della montagna e sanno come evitarne i rischi, si avventurano purtroppo troppe persone impreparate, come dimostrano i numeri da cronaca nera di questa estate. Sono gi�19 in soli dieci giorni, infatti, i morti registrati in Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e Piemonte, vittime di cadute in dirupi e ripidissime scarpate, la maggior parte delle volte per cercare di cogliere porcini e altri miceti in zone impraticabili.
Eppure gli appelli alla prudenza sono mancati. Il Cai e il Corpo Forestale dello Stato (che vigila attentamente anche sui permessi per la raccolta dei funghi) hanno ribadito anche attraverso la stampa che occorre calzare scarpe adatte (da trekking) e portare con sé alcuni oggetti fondamentali come il cellulare, una lampada e un coltello. Mai avventurarsi da soli e decidere un itinerario preventivamente sono bazzecole che possono davvero salvare la vita, ovviamente meglio se prima di uscire si segnala a un familiare o ad un amico quale percorso si farà, in modo da poter indirizzare i soccorsi.
Il vademecum del Corpo forestale per i cercatori di funghi oltre a queste necessarie premure, consiglia di consultare i bollettini meteo e, in caso di maltempo non sostare in prossimità di alberi, pietre e oggetti acuminati perché potrebbero attirare fulmini. Una volta raccolti i funghi, se non si è certi della commestibilità bisogna poi necessariamente effettuare un controllo presso gli Ispettorati micologici o l'Azienda sanitaria locale, per scongiurare gli avvelenamenti.
Riguardo ai funghi poi ci sono alcune prassi da seguire: il raccolto giornaliero non deve superare i tre chili per persona. Inoltre invitano a non utilizzare rastrelli o uncini che possano danneggiare i funghi che vanno subito puliti per garantirne l'integrità e trasportati in contenitori rigidi e areati. Infine, in caso di necessità contattare il 1515, numero di Emergenza ambientale del Corpo forestale dello Stato.