In una grotta della Galilea, grazie allo studio di due archeologhe (Natalie Munro dell'università del Connecticut e Leore Grosman dell'università di Gerusalemme) è stato scoperto quello che è stato definito il primo party della storia.
Tracce di un sontuoso banchetto a base di almeno 300 kg di carne cacciata probabilmente con diversi sforzi e giorni di preparativi, hanno permesso di ricostruire un evento di 12 mila anni fa, che avvicina questi nostri progenitori alle nostre usanze. I ricercatori hanno rinvenuto i resti di tre esemplari di uro - un enorme bovino oggi estinto con grandi corna, la cui caccia non era esente da pericoli - e di almeno 71 tartarughe greche.
Da queste e altre testimonianze è stato dedotto che la festa, a cui hanno partecipato pare una quarantina di persone, era stata organizzata in occasione della sepoltura di una donna anziana, con ogni probabilità la sciamana del villaggio, insomma una figura importante la cui morte doveva essere stata accompagnata da un evento in grande stile.
"Davanti ai nostri occhi – spiegano le archeologhe in un articolo pubblicato su Pnas- abbiamo una società umana che si fa sempre più complessa e si avvia a quella rivoluzione dell'agricoltura" che avverrà un migliaio di anni più tardi, nell'epoca neolitica. "Le feste già all'epoca servivano a consolidare le relazioni fra gli individui, a integrare le varie comunità di uomini e a mitigare lo stress di una società che stava profondamente cambiando".
Uno squarcio di luce sugli inizi della società moderna, che ci testimonia direttamente come la caccia abbia realmente giocato un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo delle nostre civilità.
(La Repubblica)