L'amministrazione del Parco Nazionale d'Abruzzo sta proponendo a quasi tutti i comuni del comprensorio l'estensione dei propri confini, pari a 25 mila ettari circa (quasi il 50 per cento dell'attuale territorio). Lo rende noto l'Associazione Italiana per la Wilderness che sottolinea come quest'allargamento permetterebbe all'Ente Parco di aumentare i contributi pubblici a suo favore a scapito dei comuni e dei cittadini che si troverebbero sottoposti ad ulteriori vincoli.
La proposta di ampliamento pare sia legata alla protezione dell'orso marsicano e del suo habitat naturale, secondo l'associazione essa non dipende dal parco ma dalla corretta gestione del territorio. Quella per esempio proposta dalle Aree Wilderness che, secondo il comunicato dell'associazione non sono vengono considerate non perchè non salvaguarderebbero l'orso ma perchè resterebbero aperte alla caccia e non sarebbero direttamente gestite dall’autorità del Parco.
“E allora ecco che una guerra mai finita tra Ente Parco e popolazioni locali – scrive Zunino, Presidente dell'associazione - anziché risolversi, verrebbe inasprita con un nuovo ampliamento, mentre altri provvedimenti seri per salvare l’orso, quali incentivazione della pastorizia e dell’agricoltura ed il controllo turistico, non vengono presi (quest’ultimo, per assurdo, per la sua impopolarità: come se l’ampliamento del Parco fosse un atto di popolarità tra gli abitanti locali!). Autorità e studiosi hanno un solo comodo nemico: i cacciatori!”.