Fortunatamente ogni tanto le cose vanno meglio di come dicono i catastrofisti. Si calcola infatti che circa 70 delle 200 specie di mammiferi date per spacciate già dal XVI secolo sono invece sopravvissute.
E' il caso per esempio dell'otaria orsina del Guadalupe, avvistata già a partire dagli anni 50 e dell'okapi, una specie di incrocio tra gazzella e giraffa, rinvenuta dagli studiosi solo nel 2005. Secondo la ricercatrice Diana Fisher, dell'università del Queensland, che presenterà un rapporto dettagliato al grande summit dell'Onu sulla biodiversità in programma a novembre in Giappone, sono infatti ben 67 le specie riscoperte e date in precedenza per estinte. La colpa pare sia degli scarsi mezzi scientifici in possesso dei ricercatori del passato.
“I mammiferi dati per estinti nel XX secolo hanno mostrato una probabilità di essere ritrovati tre volte più alta rispetto agli animali scomparsi nel XIX secolo” dichiara la Fischer specificando come i dati raccolti diano speranza anche in termini qualitativi: se una specie data per estinta, ad esempio, è stata decimata a causa della presenza di un nuovo predatore nella scala alimentare le probabilità di ritrovarla sono davvero esigue; se invece le cause risalgono alla caccia eccessiva dell’uomo o alla restrizione dell’habitat naturale le speranze potrebbero non essere del tutto perdute.
(La Stampa)