Una delle vere rivoluzioni ambientaliste, veramente auspicabili con l'aumento della consapevolezza dei cittadini e dell'educazione al risparmio, è quella di evitare il più possibile gli sprechi. Proprio in questi giorni anche da noi sono partite le iniziative relative al primo Anno internazionale contro lo spreco agroalimentare. L'iniziativa in Italia è avviata da Last Minute Market, dell'Università di Bologna che ha ideato un sistema per mettere in circolazione i beni alimentari in scadenza, che sono di solito sistematicamente cestinati dalla grande distribuzione.
Lo spreco alimentare è una delle più grosse calamità del nostro tempo. Basti pensare che dal 1974 ad oggi nel mondo e' aumentato del 50 per cento, e che gli Stati Uniti buttano via il 40 per cento del cibo prodotto. Anche da noi le cose non vanno meglio: la quantità di alimenti cestinati è pari a 37 miliardi di euro all'anno, ovvero il 3% del nostro Pil e che tale quantità sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno alimentare annuo di tre quarti della popolazione (più di 44 milioni di abitanti). Lo spreco coinvolge anche l'agricoltura, che talvolta, per sottostare agli interessi di mercato, è costretta a lasciare a marcire intere coltivazioni (nel 2009 è rimasta nei campi il 3,25 per cento della produzione).
Le prime Giornate europee contro lo Spreco si apriranno giovedì 28 ottobre a Bruxelles, con la Conferenza promossa nella sede del Parlamento Europeo, "Transforming Food Waste into a Resource". Il 30 ottobre a Bologna, con la prima edizione delle Giornate Europee contro lo Spreco, promosse in sinergia con la Conferenza dei Presidi delle Facolta' italiane di Agraria, con il patrocinio del Comune di Bologna e con la partnership di Eni e Telecom Italia. In programma anche la presentazione del Libro Nero dello spreco alimentare in Italia (il primo rapporto sugli sprechi lungo la catena agro-alimentare, dal campo alla tavola) e l'assegnazione del Premio "Non Sprecare".