Sono undici le nuove oasi di protezione in Emilia Romagna. Ma se in queste zone la caccia viene chiusa, per controbilanciare la Regione, che ha approvato il progetto della Provincia di Forlì Cesena ha messo a disposizione nove nuove aree di caccia (su una superficie analoga a quella delle nuove oasi), ha predisposto regole più chiare per i cacciatori e pensato al contenimento degli ungulati anche nelle aree protette grazie al controllo affidato alla Provincia.
''Non solo viene data una risposta positiva alle attese del mondo venatorio - ha spiegato l'assessore provinciale all'Agricoltura e all'attività faunistico venatoria Tiberio Rabboni - ma viene attuata una compensazione su territori di grande pregio ambientale per la presenza di siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale. Nelle nuove oasi di protezione e' indispensabile che la Provincia tuteli attivamente le imprese agricole dai danni provocati dagli ungulati, attraverso un costante monitoraggio e un'attivita' di prelievo in controllo degli animali in eccesso''.
Il provvedimento regionale stabilisce in quali aree demaniali è d'ora in poi ammessa la caccia, accogliendo le richieste fatte in tale senso dal mondo venatorio e risolvendo un contenzioso con gli organi di vigilanza. Le 11 aree di protezione venatoria istituite sono state individuate per le loro caratteristiche di elevato valore conservazionistico in quanto collocate ai limiti del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, oppure perchè siti di interesse comunitario (Sic), zone di protezione speciale (Zps) o ''corridoi ecologici'' che costituiscono la Rete Natura 2000. Il provvedimento e' stato adottato dopo aver acquisito il parere favorevole dell'Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra) e la valutazione di incidenza ambientale della Direzione Generale ''Ambiente''.