Pochi giorni fa il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha rassicurato i cittadini in merito alla richiesta dell'Italia (respinta dell'UE) di derogare i limiti massimi di arsenico consentiti nelle acque di 192 comuni italiani. “50 microgrammi di arsenico non rappresentano un reale pericolo per la salute” ha detto Fazio, aggiungendo che “quelli imposti dalla Ue sono limiti di sicurezza dovuti principalmente a un periodo di precauzione. L’unico problema resterà per circa un anno per circa 100 mila persone nel viterbese. Ma è un'emergenza molto relativa".
Possono dunque stare tranquille le cinque le regioni coinvolte: Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e Umbria? Non sono di questa opinione i Medici per l’Ambiente, sezione italiana dell’International Society of Doctors for the Environment (ISDE), che ha invitato le autorità a vietare per consumo umano l’acqua contenente arsenico oltre il limite di legge.
“Qualsiasi ulteriore richiesta di deroga a quanto prescritto dalle norme italiane ed europee – dichiarano i medici - sarebbe estremamente grave e dannosa. L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (IARC) classifica l’arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute”.
Da qui la chiusura contro qualsiasi deroga, che possa compromettere la salute degli abitanti dei paesi considerati a rischio. Secondo Medici per l'Ambiente "l’esposizione ad arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche a cancro del fegato e del colon”.