Gli uomini sono per natura vegetariani, le risorse scarseggiano e si impongono problemi etici rispetto alla tutela degli animali. Soluzione? Eliminare la carne e dare vita ad una vasta produzione di alimenti geneticamente modificati in grado di sfamare una popolazione destinata a crescere esponenzialmente. Questo in estrema sintesi il Veronesi pensiero in tema di alimentazione, contenuta in una lunga intervista di Simona Falasca pubblicata sul sito Greenme e realizzata ai margini del secondo Barilla International Forum on Food & Nutrition alla Bocconi di Milano.
L'illustre oncologo, sempre più impegnato sul fronte animalista, lascia gli alti toni accademici: “amo gli animali - spiega semplicemente- e quindi non li mangio! Bisogna essere coerenti: è facile, quanto inutile, dire che si amano gli animali e poi cucinarsi la bistecca”. Il problema non è solo etico ma anche sociale (la carne non basterebbe per tutti) e salutista (i vegetariani – secondo alcuni studi non meglio precisati – vivrebbero addirittura cinque anni in più della media).
Per Veronesi, canini a parte, l'uomo è un erbivoro come tutti i primati “che poi gli uomini, dopo le glaciazioni e le conseguenti difficoltà nel reperimento del cibo, abbiano cominciato ad uccidere gli animali - e anche gli uomini stessi – per sopravvivere, non per questo si può dire che l'uomo sia nato per mangiare altri uomini no? Tanto meno per mangiare mucche, agnelli, pecore o cavalli”.
Saranno quindi gli Ogm la soluzione per scampare ad un destino altrimenti catastrofico. “Sono inevitabili - dichiara Veronesi - se vogliamo arrivare a nutrire 10, 15, 20 miliardi di abitanti nel prossimo futuro. Anche perché se in un secolo siamo cresciuti da un miliardo a 7 miliardi di persone, è molto probabile che arriveremo presto a raddoppiare. E creando piante più resistenti ai virus e più produttive si riuscirà a sfamare sostenibilmente tutti”.
Gli Ogm vanno bene ma se a Veronesi gli si parla dell'incrocio tra i geni di un cavallo e di un asino, che può avvenire anche senza l'intervento dell'uomo, quella è “una forzatura della natura”. Il mulo è sterile, proprio come i semi delle coltivazioni Ogm, gli fa notare l'intervistatrice, cosa che obbliga gli agricoltori ad acquistare annualmente le sementi dall'azienda che detiene il brevetto. La risposta è assai vaga: “le nuove tecniche di ingegneria genetica – dice Veronesi – sono riuscite a superare anche questo limite”.
L'oncologo non si sbottona nemmeno quando gli viene chiesto della strategia avviata dall'Oscse e dalla Fao favorevole agli OGM e agli additivi chimici, consentono anche l'uso degli ormoni della crescita (rBGH), attraverso il Codex Alimentarius, organismo che detterà le linee guida per la sicurezza alimentare: “non lo conosco – risponde - E non penso che siano avallati gli ormoni della crescita”.
Della serie: anche gli scienziati ogni tanto smarronano. Velo pietoso sulla dichiarazione del grande luminare sul nucleare in Italia. Lo considera sicurissimo, tanto che sarebbe disposto ad abitarci accanto. Alla cui affermazione, un blogghista milanase ha chiosato: speriamo che il professore non abiti a Milano.