Per evitare il collasso della civiltà umana e dell'intero pianeta, secondo un recente rapporto del ricercatore Erik Assadourian, del Worldwatch Institute, è indispensabile una profonda trasformazione dei modelli culturali dominanti. Si tratterebbe di fare un passo indietro ed uscire dalla nostra condizione di consumatori, per autoaffermarci come cittadini in grado di pensare ed agire in modo sostenibile.
Una tabella del rapporto mostra che il pianeta non è in grado di reggere l'impatto di più di 6,2 miliardi di individui a reddito medio e che se tutti gli abitanti del globo avessero uno stile di vita corrispondente a quello degli Stati Uniti la popolazione massima sostenibile non andrebbe oltre a 1,4 miliardi di persone. La realtà è evidente: con gli attuali 6,8 miliardi di individui del pianeta, i moderni modelli di consumo, anche a livelli relativamente bassi, non sono sostenibili.
Secondo studi recenti nei prossimi 25 anni per produrre energia sufficiente a soppiantare gran parte di quanto fornito dai combustibili fossili, si dovrebbero costruire 200 metri quadrati di pannelli solari fotovoltaici e 100 metri quadrati di solare termico al secondo, più 24 turbine eoliche da 3 megawatt all’ora nonstop, per i prossimi 25 anni. Il paradosso è che per produrre tutte queste nuove tecnologie occorrono spropositate quantità di energia e materiali, cosa che aggraverebbe enormemente, almeno a breve termine, l'impatto ecologico globale delle attività umane.
Stando poi all'aumento di popolazione previsto di qui fino al 2050 (2,3 miliardi di persone), è quindi evidente che anche se il mutamento tecnologico e la stabilizzazione demografica saranno essenziali per la creazione di società sostenibili, nessuna delle due sortirà esiti positivi senza notevoli cambiamenti nei modelli di consumo, tra cui la riduzione e persino l’eliminazione dell’uso di certi beni, come automobili e aerei.
E' in questo contesto che le attività derivate dalle tradizioni rurali, basate sull'utilizzo di ciò che già l'ambiente mette a disposizione e che altrimenti non sarebbe sfruttato, come la caccia normata e regolata, soprattutto laddove il prelievo consente il controllo di popolazioni dannose per i preziosi raccolti agricoli, si inseriscono tra quelle più sostenibili in una società che sempre di più dovrà fare i conti con la sobrietà dei propri consumi.