I crolli di Pompei, la preoccupazione per la possibile perdita dei più importanti siti archeologici del pianeta (solo a Roma sono attualmente attivi 65 cantieri per mettere in sicurezza 32 siti), la tassa di soggiorno per i turisti stranieri, il degrado paesaggistico e culturale, le esigue risorse finanziarie, la continua speculazione edilizia, la pessima gestione dei rifiuti di Napoli.
Sono questi gli elementi che hanno penalizzato in gran parte il settore turistico negli ultimi mesi. Tutto mentre la Brambilla si occupava di dare addosso alla caccia e di predisporre misure per facilitare la vita ai cani nelle strutture alberghiere e balneari. "Ne va dell'immagine del nostro paese all'estero", sbottava ripetutamente la Brambilla, sostenendo che non fosse ammissibile per il nostro Paese avere un'offerta ricettiva così bassa per il pubblico canino. Nel frattempo, sotto gli occhi increduli del mondo, sono crollate prima Domus Aurea a Roma e poi i due edifici di Pompei (la Domus dei Gladiatori e la Casa del Moralista), certo di competenza di un altro ministero ma molto importanti per il turismo e soprattutto per l'immagine dell'Italia all'estero, delega che Michela Vittoria rivendica in molte occasioni.
Secondo il Rapporto Eurispes l'Italia, che possiede il maggior patrimonio artistico culturale del mondo, oltre ad altre rare bellezze naturali e la cucina universalmente più apprezzata, perde sempre più quota tra le destinazioni predilette dal mercato internazionale, tanto che si stima, nel 2020 arriverà a coprire solo il 3.7% delle preferenze.
Secondo uno studio predisposto da PiceWaterhouseCoopers, gli Stati Uniti con la metà dei siti rispetto all’Italia hanno un ritorno commerciale pari a sette volte quello italiano (160 milioni di euro contro i nostri 21). Lo studio del 2010 evidenzia che il settore culturale e creativo in Italia raggiunge solo il 2,6% del Pil nazionale (pari a circa 40 milioni di euro), rispetto al 3,8% del Regno Unito (circa 73 milioni di euro) e il 3,4% della Francia (circa 64 milioni di euro).
Con la crisi degli ultimi anni gli investimenti nella cultura hanno subito ulteriori tagli che hanno ancor di più immobilizzato le occasioni di crescita del comparto, ovviamente ci sono delle eccezioni. I soldi si sono trovati per lo spot Brambilla-Berlusconi che invitava i cittadini a restare in Italia (senza risultati, visto che nel 2010 si è registrato un - 4,8% di turisti italiani), e per quello contro gli abbandoni (dei cani), sempre del Ministero del Turismo, costato alle tasche degli italiani ben 180.000 euro.