L'enorme quantità di guano prodotto ogni giorno da grandi gruppi di storni che ormai infestano gran parte delle città italiane, costituisce una seria minaccia a monumenti e opere d'arte per l'alto potere corrosivo delle deiezioni di questi uccelli addirittura sul marmo. Un problema particolarmente sentito in una città come Firenze, conosciuta e visitata da ogni parte del mondo per il suo prezioso patrimonio artistico, e dove, complice la mancata applicazione della caccia in deroga durante la passata stagione venatoria, pare si sia giunti ad una situazione senza precedenti.
L'allarme è partito dalla bellissima piazza di Santa Maria Novella, dove si concentra un grande numero di uccelli. Commercianti, residenti e turisti (che spesso girano muniti di ombrello per evitare di essere imbrattati) hanno inviato la loro protesta al sindaco Renzi ma per il momento nessuno si è mosso. La Federcaccia fiorentina intanto sottolinea anche l'elevato livello di rischio igienico sanitario.
Il vero problema, spiega il giornalista Sandro Bennucci de La Nazione in un articolo pubblicato mercoledì 23 febbraio, è che in Italia lo storno non sia una specie cacciabile a differenza di tutti gli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “E’ una cosa incredibile – commenta il Presidente regionale di Federcaccia Moreno Periccioli - il gruppo di studio sulle specie invasive dell’Unione per la conservazione della natura, ha inserito lo storno fra le cento specie più dannose del mondo. E la consistenza sul territorio italiano è in costante espansione. E nessuno invochi le direttive comunitarie visto che lo storno è cacciabile in ben nove paesi dell’Unione Europea”.