La nutria, inserita nella black list delle 100 specie più dannose al mondo per i danni che causa ad altre specie, all'agricoltura e all'ambiente, è una delle innumerevoli gatte da pelare di molti comuni e province italiane che si trovano spesso in situazioni di vera e propria emergenza. Le specie aliene come il castorino sfuggito anni fa dagli allevamenti di pelliccia, o il punteruolo rosso (parassita che danneggia le palme), lo scoiattolo grigio o il gambero della Lousiana, sono da combattere anche per l'Ispra, che più volte ha messo in guardia sui rischi derivanti dalla proliferazione di specie non autoctone.
Spesso questi danni sono causati dagli stessi cittadini che per moda o per capriccio, comprano illegamelmente animimali esotici, abbandonandoli poi nell'ambiente quando diventano troppo impegnativi. "La miglior risposta a questi fenomeni è la prevenzione - spiega Piero Genovesi, biologo dell'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale - controllando il più possibile le fonti di trasporto involontario di specie e bloccando i traffici illegali".Il controllo biologico, basato sull'introduzione negli habitat di nemici naturali, per Genovesi non è una soluzione "spesso produce effetti contrari, - dichiara su Repubblica - basti pensare ai danni che ha fatto la volpe in Australia, introdotta per decimare i conigli e poi cacciata per aver eliminato 14 specie autoctone".
L'importante è, spiega ancora, agire tempestivamente appena una specie aliena viene individuata. “L'impatto di 250 milioni di nutrie sul territorio – scrive in questi giorni Repubblica - è del resto paragonabile a quello di un terremoto, diluito però nell'arco di 70 anni sul territorio europeo”.