Riceviamo e pubblichiamo:
E’ bastato che si accennasse all’idea di catturare uno degli orsi “problematici” del Trentino - non di abbatterlo, ma solo di rinchiuderlo in un recinto - che subito il mondo animalista si è scatenato con comunicati che anche la grande stampa nazionale ha ritenuto di riportare (si sa, in Italia ultimamente l’animalismo è divenuto di moda: non c’è quotidiano che non abbia la sua brava rubrica).
L’intento è lodevole, quello di difendere un animale a rischio di estinzione. Ma è veramente così? In Trentino l’orso si è ormai estinto da qualche anno, da quando una massiccia immissione di orsi dalla Slovenia ha praticamente stravolto ogni possibilità che il sangue dei pochi individui originari rimasti possa mai prevalere, per cui oggi l’orso del Trentino deve ritenersi un orso europeo e basta (al contrario di quello d’Abruzzo che preserva ancora un fenotipo unico, mai inquinato da immissioni e risalente alla popolazione appenninica originaria: un vero tesoro biologico che stiamo, quello sì, depauperando per inefficienza delle autorità, che ancora pensano a sfruttarlo turisticamente, e ben si guardano dal preservare il suo habitat dalla “frammentazione” che sta subendo grazie a sempre nuovi progetti eolici e fotovoltaici, molto “ecologici” ma che nulla di buono rappresentano per l’orso, se non la perdita di altro spazio agreste e naturale in cui vivere).
E allora, se uno di questi orsi introdotti e poi riprodottisi in Trentino, quindi “trentini” di prima generazione, diventa problematico, quale la soluzione migliore se non quella di catturarlo affinché la smetta di creare quei problemi che rischiano solo di fare aumentare l’odio della gente alpina verso questo animale? Invece no, l’orso deve restare libero di saccheggiare alveari, di uccidere pecore e vitelli, di spaventare la gente: di far cresce l’odio e la paura ancestrale contro questo animale! E con questa politica si vorrebbe salvare l’orso? Farlo amare dalla gente? Magari senza neppure indennizzare i danni che l’animale arreca, o indennizzandoli malamente (come sempre avviene, in Trentino come in Abruzzo); costringendo la gente del trentino rurale a pagare di tasca propria una presenza che seppure da molti auspicata resta comunque problematica.
Il Presidente della Provincia Trento Lorenzo Dellai ha fatto bene a prendere la decisione di far catturare quest’orso affinché sia rinchiuso in un recinto. E’ una semplice questione di buon senso. Immaginiamo cosa potrebbe succedere se mai uno di questi orsi “problematici” lasciato libero dovesse un giorno aggredire una persona: altro che amore verso il paffuto orso (l’idea buonista che si cerca di trasmettere alla gente delle Alpi)! E’ questo il rischio che vogliamo correre?
Non è con questa politica che si crea consenso popolare verso l’Orso nelle Alpi. Con questa politica si obbligano solo le autorità ad imporre per legge una presenza che la gente odierà sempre più e sempre più la combatterà col bracconaggio. Ma forse è proprio questo che molti animalisti anticaccia desiderano, per avere frecce da mettere nei loro archi.
E tutto ciò solo perché si vuole isolare un orso praticamente riproducibile come un qualsiasi animale di allevamento; è difatti notorio come in Slovenia ed in tutto l’est Europa di orsi ce ne sono più di quanto non ne sopportino quelle loro zone originarie (dove, non per nulla, è anche cacciato).
IL SEGRETARIO NAZIONALE (Ass. Italiana per la Wilderness)
F.to Franco Zunino