Gli agrofarmaci, usati per aumentare la produttività dei terreni, sono i veri responsabili dell'anomala moria di api ma anche di farfalle (dimezzate in poco più di 5 anni) e altri insetti impollinatori. Due anni fa di fronte ad all'ecatombe che rischiava di ridurre al collasso l'attività degli apicoltori, è stata concessa la moratoria sui neonicotinoidi usati per la concia dei semi di mais ma la moria è stata solo rallentata visto che tutte le altre colture sono rimaste scoperte.
Queste sostanze chimiche contaminano anche gli ambienti: dai dati Ispra si apprende che nel 50% delle acque italiane sono state rilevate tracce di pesticidi e che ben il 30% di laghi e fiumi registri un valore superiore di veleni rispetto ai limiti di legge. Secondo Enrico Antignati, consigliere Conaf e responsabile del Dipartimento agricoltura, sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili, l'utilizzo massiccio e ''poco corretto'' degli agrofarmaci può determinare ''problemi alla salute', come evidenzia anche un recente studio americano. ''Gli effetti dannosi -spiega- sono ben noti ed è per questo che la Commissione Europea sta cercando di normare il settore”. Anche se, sottolinea, “non risultano sotto accusa nuovi principi attivi, oltre ai neonicotinoidi”.
Proprio in questi giorni il ministero della Salute ha presentato un piano di interventi per la tutela dell'apicoltura italiana. Tra gli impegni la sottosegretaria Martini ha proposto il blocco dei fitorfarmaci in agricoltura. “Considero di fondamentale importanza il dialogo fattivo con il settore apistico – ha dichiarato Martini - non solo a tutela della produzione di miele italiano, che nonostante la crisi dimostrano un’ottima tenuta del mercato, ma anche alla luce del fatto che la salute delle api sul territorio rappresenta un indice di benessere dell’ecosistema nel suo complesso, mirato a tutelare anche la salute umana”.