''Non esistono contraddizioni con l'azione di governo, ora la priorità è il discorso sulla sicurezza''. Lo ha affermato nelle scorse ore il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, spiegando le parole del premier in merito allo stop solo momentaneo del nucleare, dopo la decisione del Parlamento di fermare tutti i progetti in cantiere per l'apertura di nuove centrali.
L'obiettivo ora è superare il referendum, che comunque secondo Romani "non pone garanzie sul nucleare: produrebbe un 'no' e basta. Si andrebbe a votare su un tema vecchio. Facendo abrogare quella parte della normativa che riguardava la costruzione delle centrali, ora possiamo preoccuparci di cio' che conta . E cioe' la sicurezza''.
''La realta' - continua Romani - ormai e' questa: abbiamo rinunciato a costruire le centrali nucleari e per il futuro prossimo abbiamo intenzione di sviluppare le energie rinnovabili per colmare il piu' possibile il nostro gap energetico''. Insomma sì al nucleare ma solo se si realizzeranno in futuro precise condizioni. "Dovremo giungere a stabilire parametri di sicurezza validi a livello mondiale. Solo allora potremo riaprire il discorso'', ha detto Romani.
(Asca) |