La pesca estensiva dei pesci più grandi sta influenzando l'evoluzione degli esemplari più piccoli, che raggiungono la maturità precocemente rispetto a quanto è sempre avvenuto. Lo rivela uno studio dell'università del Maine, pubblicata in questi giorni sulla rivista Pnas, che ha evidenziato come la taglia media dei pesci sia diminuita del 20 per cento, così come si sia ridotta la durata della loro vita del 25%. I pesci maturano prima sessualmente rispetto alle precedenti generazioni perchè, mancando gli esemplari più grandi, hanno più cibo a disposizione. Del resto, uno studio condotto sul silverside atlantico in allevamento ha mostrato che una pesca intensiva degli esemplari più grandi può dimezzare la taglia media in sole 4 generazioni.
"Le specie più pescate - spiega Michael Kinnison, tra gli autori dello studio - sono quelle cambiate più in fretta nelle loro caratteristiche". I cambiamenti finora documentati riguardano molti pesci, come i merluzzi, le sardine dell'Africa occidentale, le platesse americane, il salmone atlantico di Canada e Regno Unito, le aringhe norvegesi, il salmone keta giapponese, le sogliole europee del mar del Nord, i crostacei della California. Ma ciò riguarda solo i casi documentati e studiati, quindi è probabile che la lista sia più lunga e riguardi tutte le popolazioni di pesci grossi pescati.
"Se si interrompesse la pesca intensiva degli esemplari grandi - continua - si potrebbe avere un'inversione del fenomeno, ma magari in tempi molto più lunghi. Si dovrebbe evitare di pescare solo gli esemplari più grandi, o stabilire di non pescare nelle riserve dove crescono gli animali grandi".
(Ansa)