Sono i cacciatori i principali protagonisti del piano regionale di monitoraggio della fauna selvatica in Emilia Romagna, molto importante per la sorveglianza sanitaria e quindi l'individuazione della
presenza di malattie trasmissibili all'uomo. Il nuovo piano è stato presentato in questi giorni dalla Regione: sono 150 i coadiutori, abilitati con un apposito esame, che coordinati dalla Polizia Provinciale metteranno a disposizione - gratuitamente - il loro tempo per
monitorare il territorio, consegnando carcasse di selvatici agli Uffici Veterinari dell'AUSL o direttamente al laboratorio di analisi dell'Istituto Zooprofilattico.
Negli ultimi tre anni, nel periodo maggio-ottobre, per svolgere questa attività, i Coadiutori hanno percorso oltre 12.000 chilometri per consegnare gli animali al laboratorio di analisi, dedicando circa 4.000 ore di attività di puro volontariato. L’accordo di collaborazione tra Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria dell’AUSL Ferrara e Polizia Provinciale ha coinvolto i Coadiutori fin dall'inverno 2005-2006, quando si affrontò l’emergenza veterinaria prodotta dall’"influenza aviaria". In 4 mesi furono raccolti, nel ferrarese, ben 271 volatili di 21 specie diverse, rinvenuti morti, tutti esaminati per la ricerca del virus, fortunatamente, non presente.
Da allora, l’esigenza di monitorare gli animali selvatici alla ricerca dell’eventuale presenza di malattie trasmissibili anche all’uomo ha assunto sempre più importanza e risalto anche per i recenti episodi dovuti alla West Nile Disease. I Piani Regionali di monitoraggio della fauna selvatica, che vengono pubblicati e modulati di anno in anno, perseguono anche altri obiettivi, fra i quali la trichinellosi e la rabbia sui carnivori, l’Usutu virus nei volatili e la tularemia nelle lepri.
(Ferrara24ore)