Sono rimasti sorpresi i ricercatori dell'Università di Oxford quando hanno fatto questa scoperta: le femmine dei primi ominidi (vissuti tra i tre milioni e mezzo e un milione e mezzo di anni fa) erano assai più mobili dei maschi, il che può significare che erano loro a lasciare la caverna per procurare cibo, mentre l'uomo più spesso nasceva e moriva nello stesso luogo.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, rivela delle analogie con il comportamento degli scimpanzé, che è anche il primate geneticamente più simile all'uomo. “Anche fra gli scimpanzé – spiega la professoressa Lee Thorp, docente di antropologia alla Oxford University – i maschi tendono a stare all'interno del gruppo familiare, cacciando tutti insieme nell'ambito di un singolo territorio conosciuto, mentre le femmine vengono allontanate”.
I ricercatori di Oxford – si legge su Repubblica – hanno esaminato i resti fossilizzati di un gruppo di umani preistorici rinvenuti nelle caverne a nord – est di Johannesburg, in Sud Africa. Dall'esame di denti ed ossa, così come di piante e minerali, sono risaliti al cibo di cui si nutrivano e lo hanno confrontato con le regioni circostanti. Da questi studi è emerso che solo un maschio su dieci si era spostato dalla comunità in cui era nato, mentre più della metà delle donne proveniva da altre zone.
Non sappiamo perchè si spostavano ma è chiaro che lo stereotipo della donna nata per rimanere attaccata al focolare e crescere da sola i figli, viene smentito.