Riceviamo e pubblichiamo:
La vicenda dell’infestazione dei bruchi nella macchia del promontorio non è certo una novità. Da anni le Associazioni Venatorie piombinesi denunciano anche sulla stampa il pericolo, senza che questo abbia prodotto grandi risultati e come sempre, Associazioni che tutte insieme rappresentano all’incirca un migliaio di iscritti in città soccombono nell’oblio di fronte al “Messia” moderno che rappresenta soltanto se stesso ma che gode di un enorme eco mediatico.
Cerchiamo di fare chiarezza: il bosco è invaso da un bruco chiamato “lymantria” che deriva dal greco “lymanter” che a sua volta si traduce in “dannoso” o “distruttore”. Questo bruco, voracissimo defoliatore delle piante è uno dei parassiti più distruttivi di tutto l’emisfero settentrionale, si diffonde con il vento in fase di larvetta, da farfalla notturna poi, percorre distanze fino a 100 km. Nel resto del mondo si combatte con la distribuzione massiccia di “Bacillus Thuringensis”, un bacillo appunto usato come insetticida anche in agricoltura biologica.
La situazione del Promontorio è tragica: il colpo d’occhio di chi si reca a Populonia (o attraversa i sentieri appena sistemati per cui il Comune ha appena deliberato un esborso di 350.000 euro) è impressionante, alberi rinsecchiti completamente divorati costituiscono un paesaggio di tipo lunare dove il colore marrone si è sostituito a quel bellissimo verde a cui eravamo abituati. Non c’è più una foglia, si percorre completamente al sole lo stradello per Buca delle Fate e Cala San Quirico calpestando un tappeto di residui di foglie e corteccia ridotti in poltiglia sotto una pioggia di bruchi che possono pure provocare allergie.
Inizialmente si pensava che questo bruchetto attaccasse soltanto il leccio, invece si sta rapidamente divorando tutto, dai prunai al lentischi, dalla ginestra dei carbonai alle bellissime piante di legnolano fino alle savine (cipressini selvatici che nascono spontanei da sempre nella nostra macchia). Che ne sarà delle mitiche palme nane???
Ma il “Messìa” sul Tirreno del 2 giugno ha espresso il suo insindacabile vaticinio: non è niente, tutta colpa dei cacciatori, non c’è problema, è tutto a posto. La popolazione può stare tranquilla, niente disinfestazioni, tutto sotto controllo. Evidentemente il “Messìa” Paolo Politi del WWF ha decantato il suo verbo dall’alto dei suoi osservatori palustri e non si è mai recato sul promontorio perchè anche un bambino si sarebbe accorto che gli alberi stanno morendo, la macchia è una ecatombe di alberi abbattuti con i bruchetti che corrono verso le ultime piante verdi per terminare il lavoro di distruzione ma per il Messìa l’importante è che i cacciatori non possano contare sul fatto che i lecci producano la ghianda di cui sono ghiotti colombacci e cinghiali.
Nel rimanere allibiti di fronte a cotanta dimostrazione del sapere da parte del nuovo Messìa locale, pensiamo che sia indispensabile un massiccio intervento da parte delle strutture competenti. La situazione del Promontorio sarà sicuramente oggetto di interrogazioni in Consiglio Comunale e Provinciale. Consigliamo infine la stampa locale e le Istituzioni a consultare “esperti” che siano degni di tale nome onde evitare altre pessime figure.
Associazione Nazionale Libera Caccia
Circolo di Piombino
Il Presidente Alessandro Fulcheris