In Italia in un anno i lupi hanno attaccato e ucciso almeno 2500 pecore. E' la stima recentemente diffusa da Coldiretti, secondo cui i danni causati dagli animali selvatici (lupi ma anche e soprattutto cinghiali) mettono a rischio la presenza e il lavoro degli agricoltori in molte aree del paese. Ai capi persi si aggiungono i danni collaterali agli esemplari sopravvissuti, che per il forte stress subito molto spesso riducono la produzione di latte o non riescono a portare a termine le gravidanze.
Il lupo oggi è presente sul territorio italiano in un migliaio di esemplari circa, distribuiti a macchia di leopardo in molte zone in cui non era presente da circa un secolo. Il rischio, fanno sapere da Coldiretti che chiede un lavoro più incisivo sulla prevenzione e aiuti agli allevatori per opere di protezione degli allevamenti (compresi sistemi di allarme fotografici e costruzione di recinti sicuri per la notte), è anche per il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio, che oltre ad essere una risorsa fondamentale per l’economia montana, rappresenta anche un modo per valorizzare il territorio e le tradizioni culturali che lo caratterizzano.
Coldiretti chiede anche che sia rivisto il sistema di accertamento e risarcimento dei danni, affinchè siano coperti anche quelli causati da cani inselvatichiti e i danni indiretti sulla produzione. Gli agricoltori propongono anche la costituzione di ronde volontarie per sorvegliare le greggi e un maggior impegno nella lotta contro il randagismo.