Molte specie di uccelli in tutto il mondo rischiano l'estinzione a causa dell'inesorabile ritmo con cui l'uomo spazza via i loro ambienti naturali. La conversione degli habitat naturali per fare spazio ai terreni agricoli è attualmente la minaccia più importante per gli uccelli a rischio a livello globale. Il settore agricolo, costretto ad aumentare le sue produzioni di fronte alla crescente richiesta di cibo ma anche di materie prime come legname e carburante vegetale, è in continua espansione ed è considerato dalla lista rossa di IUCN il fattore che più di tutti influisce sul rischio di estinzione (57%). Se le altre minacce individuate per esempio nell'inquinamento operano sul lungo periodo, le pressioni associate alle attività agricole sono invece sempre più determinanti nella scomparsa di specie già minacciate, anche in breve tempo.
Secondo Birdlife international l'agricotura minaccia la biodiversità soprattutto nelle regioni tropicali, dove ultimamente si è concentrata la maggior parte delle produzioni intensive e dove esiste al contempo la più grande varietà biologica del pianeta. La trasformazione del territorio a vantaggio di grosse produzioni compromette la sopravvivenza di molte specie di uccelli ma anche di tutte le altre perchè incide sul funzionamento degli ecosistemi.
In tre secoli si è assistito ad un'espansione agricola sei volte superiore a quella verificatasi dalla comparsa dell'uomo fino all'epoca dei lumi. Gli ultimi 40 anni hanno visto in particolare un aumento esponenziale della produzione mondiale di soia, olio di palma e altri prodotti di esportazione necessari soprattutto alla produzione di biocarburanti, mascherati come amici dell'ambiente ma che in termini di costo energetico e ambientale, vanificano la minore emissione di gas serra. Sotto accusa poi il metodo della monocoltura che comporta un impoverimento generale dei terreni, sempre meno in grado di svolgere la loro funzione di sostentamento per molte specie selvatiche.
Se il paesaggio cambia a vantaggio di grosse piantagioni, scompaiono boschi e zone umide importantissime per la sosta dei migratori. In Europa, relaziona Birdlife International, quasi un terzo delle aree individuate come importanti per gli uccelli sono minacciate dall'intensificarsi delle attività agricole, il che porta ad un inesorabile declino di molte specie fino a qualche decennio fa molto comuni. Nel corso dell'ultimo secolo in Europa, almeno 13.000 km quadrati di zone umide sono state prosciugate per la conversione in seminativi o altrimenti distrutte, soprattutto a partire dal 1960. Analoghe situazioni si stanno verificando ai tropici, dove per esempio le tradizionali piantagioni di caffè, un supporto per molte specie di uccelli, vengono convertite per rispondere ai nuovi mercati.
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