In Emilia Romagna la sua presenza interessa ormai tutto il territorio di pianura e coinvolge oltre un milione di ettari sui 2,2 milioni di superficie regionale. Negli ultimi sei anni, la nutria ha provocato danni accertati alle colture per un valore di 1,8 milioni di euro, cui si aggiungono danni per 1,5 milioni agli argini di fiumi e canali e alle infrastrutture dei consorzi di bonifica. Sono i dati diffusi da Coldiretti Emilia Romagna, a delineare uno scenario sempre più preoccupante soprattutto per i coltivatori di mais, cereali e barbabietole da zucchero, cibo divorato sistematicamente dai roditori che qui in Italia non hanno predatori.
La nutria è un animale “alieno” nelle nostre campagne ed è perciò un pericolo per la biodiversità locale ben più grave di quanto si pensi. Secondo Coldiretti il ritmo di proliferazione di questo roditore sta raggiungendo livelli incontrollabili, dannosi per l’equilibrio ecologico delle altre specie sia animali che vegetali. Una minaccia reale a cui secondo Coldiretti si risponde con troppa leggerezza, nonostante ci sia una precisa legge regionale che ne preveda l’eradicazione totale, caldeggiata più volte anche dall'Ispra.
Agli amministratori locali non resta che autorizzarne il controllo, sperando di passare indenne dai ricorsi degli animalisti e soprattutto confidando nell'aiuto dei cacciatori abilitati. Gli appelli si moltiplicano anche nella vicina Veneto. A Mogliano (Treviso) il sindaco Giovanni Azzolini ha predisposto incentivi per i cacciatori: solo loro, dice “possono darci una mano per liberarci da questo flagello”, una mina vagante anche per i corsi d'acqua, i cui argini rischiano di cedere per le gallerie scavate dai castorini. Secondo il sindaco Azzolini nella zona umida delle cave di Marocco le nutrie si contano a centinaia: un'invasione che richiede rimedi drastici. “Solo i cacciatori – ha aggiunto il sindaco sul Gazzettino di Treviso– che conoscono a fondo il territorio, sono in grado di risolvere alla radice il problema che sta diventando sempre di più una vera e propria emergenza ambientale”. “Non fa certo piacere – ha dichiarato in sindaco rispondendo agli animalisti – adottare provvedimenti per la soppressione in massa di animali. Ma sono decisioni che vanno prese nell'interesse generale”. Impossibile poi risolvere la situazione con i cosiddetti medoti incruenti, con l'abbondanza di cibo nelle campagne, le nutrie non si avvicinano nemmeno alle esche lasciate nelle gabbie.