Più che tutelare l'immagine dell'Italia all'estero la Brambilla sembra intenzionata ad affossarla. Dopo aver avversato palii e manifestazioni folkoristiche capaci di attrarre masse di turisti, dimenticato il mare in uno spot pro turismo (l'Italia è una penisola), bevuto coca cola durante una conferenza stampa per il rilancio dei vini italiani, cercato di convincere bar, ristoranti e hotel ad ospitare obbligatoriamente cani e gatti e probabilmente sedato una tigre per farsi pubblicità suscitando l'indignazione degli animalisti, ci mancava solo un erroraccio di inglese in una campagna all'estero.
Sulle magliette e nei depliant affidati alle hostess del Ministero che presentano il nostro Paese in questi giorni nelle principali piazze d'Europa, è infatti stata stampata la frase “Magic Italy in Tour”, grammaticalmente sbagliata (quella esatta è Magic Italy on Tour). Una leggerezza non da poco, che rischia di gettare nel ridicolo la nostra nazione all'estero. E la risposta del Ministero certo non è stata da meno “Abbiamo voluto creare un gioco di parole, metà inglese e metà italiano” hanno dichiarato, cercando di rattoppare maldestramente la magra figura.
Al di là delle figuracce, che certo non sono cosa di poco conto, della Brambilla (che evita di partecipare anche ai dibattiti in tv dopo quella che fece con Renato Soru a Ballarò, quando venne smascherata su dati inesistenti - "quelli sono i dati del meteo" fu lo sfottò di Soru prima di invitarla a consultare il sito dell'Istat) e del Ministero del Turismo, l'unico ad avere sbagliato anche la propria insegna, sono le esigenze del settore a non trovare risposte credibili. Eppure, al di là della riforma annunciata (un disastro secondo le imprese turistiche), basterebbe cominciare a far funzionare il sito istituzionale dedicato al settore, costato ben 45 milioni di euro (lo presentò Rutelli, passando alla storia per il suo inglese altrettanto scadente) ma mai realmente operativo, visto che doveva servire soprattutto ad agevolare i turisti nelle prenotazioni.
Secondo un articolo di Dirittodicritica.it, solo per testi, video e immagini il Ministero avrebbe pagato 25 milioni di euro, mentre gli altri 20 sono stati spesi “per la parte tecnologica” e per il logo (costato 100mila euro). Se a ciò si aggiungono i costi del sito dedicato ai turisti a 4 zampe, altro flop del ministero, si ha una sommaria idea degli enormi sprechi di denaro pubblico. Fortuna che la Brambilla proprio in queste ore sembra essersi rinsavita. “Tagliare i costi della politica, delle istituzioni e degli apparati pubblici penso che sia un più che doveroso atto di giustizia nei confronti del cittadino'' ha dichiarato ieri, annunciando il proprio impegno nel rinunciare da subito all'indennità che le viene riconosciuta come Ministro. Che forse si sia resa conto di non meritarla?