Escono dalle tane che hanno scavato lungo fossi e argini e di notte fanno manbassa dei preziosi meloni Igp, che nel cremonese rappresentano un must dell'economia agricola locale. Si nutrono del goloso frutto ma danneggiano a volte irrimediabilmente anche l'intera pianta, vanificando interi raccolti. La provincia di Cremona e quella di Mantova sono la culla del melone tipico lombardo, dolce e ricco di vitamina C. Con una produzione di oltre 570 mila quintali rappresenta l’11 per cento del raccolto nazionale.
Ma i grossi roditori non disdegnano altri tipi di ortaggi, tra i loro preferiti ci sono mais, frumento, bietole e la soia. A Spineda, nei terreni di Ettore Arrighi - si legge nella nota di Coldiretti Cremona - non attaccano più solo le prime file del mais, ma si spingono anche all’interno, tanto che l'agricoltore esasperato ha messo un cartello: “Oasi nutrie”.
A livello regionale – stima la Coldiretti Lombardia – negli ultimi cinque anni i danni a produzioni agricole e sistema irriguo hanno superato il milione di euro. “Serve un intervento deciso per eradicare questa specie così prolifica che mette a rischio le coltivazioni, la tenuta dei canali e la sicurezza delle strade” spiega Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia. Sono stati già allertati la Provincia e la Prefettura di Cremona, oltre all’assessore regionale all’agricoltura Giulio De Capitani.