Se ne era parlato anche durante l'Hunting Show di Vicenza, con un convegno tecnico che aveva deciso come intervento ormai inderogabile, sottoscritto da Province, Regione e Corpo Forestale, quello di gestire la popolazione in evidente sovrannumero dei cervi nella foresta del Cansiglio, al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni in assenza di programmi di selezione.
A febbraio era stato deciso l'abbattimento di 400 esemplari l'anno per tre anni per arrivare a dimezzare una popolazione stimata sulle 2.500 unità. Ma a quanto sembra gli interventi non sono mai partiti e al contrario, come abbiamo appreso dalla stampa locale, pochi giorni fa la Forestale ha tentato di allontanarli dalle zone abitate a colpi di petardi.
I cervi nel periodo estivo scendono dalle zone pià alte alla ricerca di cibo e danneggiano così i pascoli destinati al bestiame della valle. Come emerso durante il convegno di Vicenza, il pericolo è anche di natura sanitaria, visto che, come accade in natura quando non avviene la selezione da parte dei predatori (o dell'uomo), molti individui appaiono malati e indeboliti, tanto che non è esclusa la possibilità di un vero collasso sanitario della popolazione nei prossimi mesi, come già accaduto in analoghe situazioni. La loro eccessiva presenza inoltre potrebbe dare luogo a possibili contagi a danno di altre specie, comprese quelle da reddito, che si trovano a pascolare sugli stessi terreni.
La non soluzione dell'allontanamento temporaneo è durata poco, visto che, come si legge sul quotidiano La tribuna di Treviso, i cervi sono già tornati nella piana di Vittorio Veneto, presentandosi puntuali ai bordi dei pascoli. Di qui l'allarme degli allevatori del Cansiglio "le cerve sembrano deperite, denutrite, instabili sulle zampe, incapaci di correre, di saltare" si legge sul quotidiano. Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa dichiara "ringraziamo la Forestale che, senza colpo ferire, ci ha permesso di fare almeno il primo taglio dell'erba fresca, ma temiamo che per il futuro si renda necesaria la caccia di selezione, perchè altrimenti ci troveremo di fronte a gravissimi problemi sanitari". La debolezza delle femmine sarebbe infatti la conferma più lampante del fatto che si stanno manifestando le conseguenze di una consanguineità che perdura da anni. Ecco cosa succede quando si tratta la natura secondo principi puramente ideologici distanti dalle più elementari nozioni faunistiche.