A commento di una serie di interviste pubblicate dal sito Gaianews sull'orso marsicano, l'associazione Italiana Wilderness fa notare che mentre sono tutti d'accordo nell'indicare una diminuzione negli anni della specie nel Parco d'Abruzzo, poco o nulla si fa, oltre alle solite chiacchiere e a progetti inutili, per la loro salvaguardia.
Il nuovo progetto Life (da 4 milioni di Euro da investire in Trentino, Friuli e Abruzzo) per l'Aiw non è altro che un'ennesima ricerca per il conteggio degli esemplari. “Evidentemente – scrive Zunino - è l’unica cosa che noi italiani sappiamo fare di fronte ad una specie che rischia l’estinzione: sapere quanti individui ne restano, così da poter sottrarre da questo numero gli individui che l’anno dopo non si contano più perché morti o non più segnalati”. D'altra parte le uniche cose proposte dal 1923 sono state chiudere la caccia e ampliare il Parco (sebbene siano anni - scrive il rappresentante di Aiw che attorno al Parco si chiude la caccia o la si limita drasticamente, e siano anni che si amplia il Parco, passato dai circa 100 ettari iniziali agli attuali, 50.000; con gli orsi invece in diminuzione continua). Per giungere a queste conclusioni – spiega Zunino - negli ultimi dieci anni sono stati spesi un totale di 13 milioni di euro (in larghissima parte soldi pubblici)! Secondo la nota dell'Aiw sono un milione e trecentomila euro sono i soldi spesi in stipendi ai vari studiosi e collaboratori (67 mila per il solo manager del progetto abruzzese); un milione e duecento euro per assistenza esterna; 400 mila euro per le infrastrutture; 370 mila per equipaggiamenti (radiocollari, automezzi); 150 mila per spostamenti e viaggi vari di missione.
Nel concreto gli interventi sono stati catture e monitoraggio, piantagioni di ramno alpino (piante che, spiega Zunino, ci metteranno decenni a fruttificare e di cui l'orso si ciba per brevi periodi all'anno), monitoraggio del bestiame; installazione di recinzioni elettriche. Le vere questioni cruciali per l'Aiw, sono invece la ripresa delle coltivazioni nei fondovalle, il ritorno della pastorizia ovina, il controllo del turismo escursionistico, la riduzione della presenza competitiva dei cinghiali e la preservazione dell'habitat dell'orso. “Gli americani – chiude Zunino - avrebbero comprato l’intero Parco d’Abruzzo, come minimo, e trasformato i tanti terreni agricoli in floridi campi e pascoli per ovini, dove l’orso poteva andare ad alimentarsi liberamente senza essere costretto a vagare per mezza Italia centrale alla loro ricerca, senza subire rivalse, e senza che l’autorità pubblica fosse poi costretta a pesanti indennizzi!”.