Gli studi sulla beccaccia euroasiatica e sulle sue migrazioni, come abbiamo visto sono inseriti in un progetto dell'Ispra per il monitoraggio costante degli individui che frequentano il nostro paese. Dalle prime osservazioni fatte dagli scienziati nel periodo 2001 - 2005 tramite catture realizzate nelle aree protette del centro Italia, emergono dati rassicuranti sulla sopravvivenza degli individui giovani.
Fernando Spina e Arianna Aradis (e altri; 2008; vedi Winter survival of Eurasian woodcock Scolopax Rusticola in central Italy, www.pubget.com), rilevano che dagli esemplari monitorati con radio trasmettitori nel periodo invernale (novembre - febbraio) sono state ottenute stime di sopravvivenza più alte rispetto a quanto precedentemente rilevato.
La ricerca è stata condotta in territorio in cui la caccia non è consentita, e pertanto, a maggior ragione, il risultato dimostra che in Italia - visto la vastità delle aree impedite alla caccia (che si aggira intorno al 40-50%) - le specie oggetto di prelievo venatorio non hanno niente da temere; in ogni caso, quanto alla beccaccia, stante la condizione non critica delle popolazioni, certi toni allarmistici sono fuori luogo.