Le nutrie sono pericolose, soprattutto se frequentano i parchi cittadini. A dirlo è Rodingo Usberti, direttore dell'unità di Veterinaria dell'Ausl di Forlì, dove ogni anno si organizzano piani di contenimento. “I denti di una nutria non fanno carezze” dichiara al quotidiano RomagnaNoi, spiegando il pericolo reale per chiunque si imbatte, anche per sbaglio in uno di questi roditori, capaci di diventare aggressivi se si sentono minacciati. “Siccome ci vedono poco – spiega ancora Usberti – potrebbero per esempio prendesela con un cane che va lì ad annusarle e potrebbe ritrovarsi il naso tranciato”. Il pericolo è anche sanitario, visto che sono portatrici di un batterio trasmissibile all'uomo, causa della leptospirosi.
L'unica risposta per l'esperto è “sparare”. Nei parchi cittadini la Polizia Provinciale agisce d'inverno, con giornate chiuse per l'occasione al pubblico. Ma le battute non hanno un grande successo perché il vero problema, spiega Usberti è altrove: “la popolazione di nutrie nel parco non diminuisce, in quanto vanno e vengono seguendo il fiume”.
Secondo Usberti in Italia in generale manca una vera volontà di risolvere definitivamente il problema: manca una politica seria capace di affrontare in maniera globale la situazione, come ha fatto l'Inghilterra, che in un solo inverno – spiega – è riuscita a tenere il fenomeno sotto controllo. Da noi si chiudono stalle di buoi che continuano a scappare. Con buona pace degli agricoltori, dei soldi spesi per i risarcimenti e per i costosi palliativi messi in campo. Del resto qui bisogna fare i conti con chi le nutrie le vorrebbe addomesticare e con associazioni cosiddette ambientaliste che invece di farsi carico dell'enorme disastro ambientale generato da questa specie aliena, consigliano addirittura di accarezzarle.