36 le specie di uccelli in declino, di cui 20 tipiche degli habitat agricoli. E' quanto dichiara la Lipu in un recente comunicato che dà conto del programma europeo di monitoraggio sulle specie più diffuse (145 in totale quelle seguite) in 25 paesi europei. Secondo quanto riferisce l'associazione ambientalista il gruppo di specie “agricole” è quello più minacciato, con una percentuale di riduzione in media del 48 per cento, un livello tra i più bassi mai registrati.
Una situazione secondo gli ambientalisti dettata da “politiche europee sbagliate, con decenni di agricoltura intensiva e l’uso di prodotti chimici” e non certo, aggiungiamo noi, imputabile alla caccia (almeno due delle specie maggiormente in declino non sono cacciabili da decenni: il fanello e lo strillozzo).
“Fino a tempi recenti – spiega Trees Robijins, responsabile Politiche Agricole Ue e bioenergie di BirdLife International – la PAC ha aiutato gli agricoltori ad aumentare la produzione, ma come risultato l’ambiente e la biodiversità ne hanno sofferto”. Secondo il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria, ci vuole una riforma “verde” della Politica Agricola Comune che permetta di aiutare gli agricoltori a “innovare gli investimenti e diversificare le entrate tutelando nel contempo la biodiversità.
(19/09/2011)
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