Belle parole ma i fatti? Gli abitanti dell'Isola d'Elba, ma soprattutto gli agricoltori del posto dopo le attenzioni annunciate dagli amministratori locali per risolvere l'emergenza cinghiali, non possono più aspettare. Per questo Coldiretti ha inviato una lettera al Parco dell'Arcipelago Toscano, ai Sindaci, al Prefetto e alla Provincia di Livorno per chidere l'avvio delle drastiche misure promesse.
Insomma "risposte concrete alle aspettative della popolazione civile che non può subire vere e proprie limitazioni alla libertà di movimento, di impresa, e di garanzia della propria incolumità”. Tanti i casi, più volte segnalati da Coldiretti, di devastazioni, raid a coltivazioni e produzioni agricole, disagi e danni provocati a strutture, opere murarie, argini e muretti a secco, frutto di secoli di interventi di contenimento e manutenzione da parte di intere generazioni di elbani e parte integrante oggi del “paesaggio” che migliaia di turisti scelgono ogni anno di “gustare” arrivando sull’isola.
La recente proposta che il Parco ha coraggiosamente avanzato di procedere alla drastica riduzione degli ungulati, da tutta la superficie dell’Elba in quanto specie estranee alla fauna locale, trova pienamente d'accordo l'associazione agricola. A tal proposito si richiama in causa l’indagine conoscitiva condotta dalla Camera dei Deputati sul fenomeno dei danni "che ha messo in risalto, se ancora ce n’era bisogno, “la necessità di garantire l’assenza dei cinghiali nelle aree a forte vocazione agricola, puntando alla conservazione in modo più o meno moderato in altri contesti”.
(27/09/2011)
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