Occorre mettere al più presto in sicurezza la
falda acquifera al di sotto dell'area della tristemente nota
discarica di Malagrotta. A dirlo è una nota del Ministero dell'Ambiente a seguito di uno
studio dell'Ispra che ha rilevato un elevato
rischio di disastro ambientale a seguito dell'alto livello di inquinamento di tutta la zona.
"I dati ottenuti dall'indagine svolta dall'Ispra - scrive il Ministero - oltre a confermare i risultati dei monitoraggi di Arpa Lazio che rilevano una diffusa contaminazione da metalli e composti organici delle acque sotterranee, sia interne che esterne al polder, sembrano delineare, con un discreto livello di confidenza, possibili effetti di miscelamento tra le acque sotterranee oggetto di indagine e il percolato di discarica come fonte inquinante".
Le indagini ora dovranno estendersi a tutta l'area di Malagrotta e alle attività praticate "con particolare riferimento all'utilizzo dei pozzi idropotabile ed irriguo". Ricordiamo che per questa assurda situazione, che dura da più di 30 anni, sulla testa dei contribuenti pesa un procedimento comunitario. Lo ha ribadito anche la Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, rispondendo sul dossier presentato dai Verdi. “L’inquinamento di Malagrotta - ha detto - lo certifica l’Ue, con la quale noi stiamo lavorando e con il contributo del prefetto procederemo alla sua chiusura. L’Ue ci ha già sanzionato grazie al lavoro che non è stato fatto da governi sostenuti anche dai Verdi”. (Agi)
(28/09/2011)
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