Ötzi, l'uomo dei ghiacci vissuto più di 5 mila anni fa trovato mummificato nella Val Venosta nel 1991, era un cacciatore e nei suoi ultimi giorni di vita aveva mangiato carne di stambecco e cervo. E' quanto emerso dagli ultimi esami effettuati sul corpo del nostro antenato. Nello stomaco di Ötzi sono stati trovati anche i resti di un cibo simile al pane e verdura, segno di una dieta equilibrata e varia. Indossava vestiti di pelle di capra, pecora e vitello, che lasciano supporre che all'epoca venisse gia' praticato l'allevamento.
Negli ultimi giorni pare sia stata mesa in discussione anche l'ipotesi della morte violenta dell'uomo, in un primo momento data per certa per le ferite rinvenute alla spalla sinistra, dove ancora si trovava la punta di una freccia. Secondo l'archeologo veronese Renato Fasolo, che ha pubblicato il suo studio sulla rivista inglese «Antiquity», Ötzi sarebbe invece stato sepolto e la freccia sarebbe stata solo parte del corredo funebre. Per Fasolo «è difficile immaginare che un uomo già anziano per il suo tempo, afflitto da numerose infermità, tra le quali osteopatie invalidanti, fosse riuscito ad inerpicarsi fino agli alti pascoli, tra l'altro dotato di un armamentario inefficiente. Non è infatti stata trovata l'asta della freccia, sugli abiti e sul corpo mancano tracce ematiche, e la disposizione degli oggetti non conforta quella che gli studiosi chiamano "teoria del disastro"».
Forse Ötzi era un capo tribale. “Poteva essere morto nel suo villaggio per cause non violente – dice il ricercatore - un "grande vecchio": esperto fonditore, abile pastore cacciatore, capo clan taumaturgo, uomo della medicina che fosse, gli si doveva un cerimoniale "post mortem" degno del rango”.