Lo ha svelato in questi giorni un articolo appena pubblicato sulla rivista Nature, frutto della collaborazione internazionale di 13 enti di ricerca fra cui l'Università di Pisa e di Siena. "Sino ad ora – spiega l'antropologo dell'Ateneo pisano Francesco Mallegni che ha collaborato allo studio – si pensava che l'uomo sapiens fosse apparso in Europa assai prima di 45.000 anni fa, in Romania, ma i ritrovamenti fatti in Puglia nella grotta Grotta del Cavallo di Uluzzo, in provincia di Lecce, sono i più antichi esistenti e dimostrano che il suo arrivo dall'Africa è precedente di alcuni millenni".
Al centro di tutta la ricerca ci sono due denti di latte ritrovati durante una campagna di scavo nella grotta Grotta del Cavallo alla metà degli anni sessanta del Novecento e che erano stati inizialmente classificati come neandertaliani. Due molari superiori da latte, del tutto uguali a quelli dei bambini di oggi ma appartenuti a due piccoli umani vissuti circa 43.000 anni fa, in un clima totalmente diverso da quello di oggi: più freddo e arido e in una conformazione geologa molto diversa: c'erano più terre emerse (Corsica e Toscana, ad esempio, erano molto più vicine). Gli uomini sapiens di allora erano cacciatori-raccoglitori e vivevano in piccoli gruppi e pur conoscendo il fuoco non cuocevano ancora i cibi (da cui probabilmente l'usura di uno dei denti ritrovati).
"Insieme ai due molari - spiega l'antropologo pisano - sono stati rinvenuti anche dei manufatti, come strumenti ricavati da ossa o conchiglie usate per ornamento, ma non bisogna pensare a sepolture, probabilmente i due bambini sono morti in quella grotta casualmente".