Qualche settimana fa i maggiori esperti governativi riuniti nella Convenzione sulla diversità biologica (trattato internazionale notificato da 192 paesi nel mondo) si sono accordati su un ampio programma per rafforzare le informazioni a disposizione sul tema della diffusione delle specie esotiche invasive (di cui da noi ma anche in tutto il resto dell'Europa è un esempio lampante la nutria, causa di milioni di euro di danni anche alle attività umane, oltre che all'ambiente).
Gli esperti dei diversi paesi hanno concordato un livello senza precedenti di collaborazione per mettere in rete i dati dati raccolti e facilitare il loro accesso da parte degli amministratori locali. L'obiettivo è quello di sradicare le specie aliene entro il 2020 e al contempo seguire percorsi di controllo per la prevenzione di nuove reintroduzioni, ciò che in sostanza è stato deciso lo scorso anno in Giappone, impegnando le parti che aderiscono alla Convenzione a considerare questa priorità nelle loro politiche a difesa della biodiversità. Il documento approvato a Montreal definisce una serie di compiti pratici divisi tra le iniziative volte a rafforzare, a standardizzazare e a condividere le informazioni.
Le IAS (Invasive aliene species), ricorda il segretario esecutivo della Global Biodiversity information facility sono riconosciute dalla Convenzione sulla diversità biologica “uno dei principali fattori di perdita della biodiversità”, ed è per questo che i “responsabili politici devono poter reperire tutte le informazioni utili se si vuole raggiungere gli obiettivi concordati a Nagoya lo scorso anno.
David Cooper, amministratore principale presso il Segretariato della CBD ha aggiunto: "Affrontare la minaccia rappresentata da specie aliene invasive è un elemento essenziale della missione di arrestare la perdita di biodiversità. Un primo passo essenziale è quello di garantire che i decisori abbiano le migliori informazioni a loro disposizione”.
Il presidente della Commissione Specie invasive dell'IUCN, Simon Stuart, accogliendo con favore l'accordo di programma ha commentato “sosteniamo con forza questa iniziativa, basata sull'impegno di tutti i principali editori di dati globali - tra cui il Gruppo IUCN Invasive Species Specialist che mantiene il database globale specie invasive - a lavorare insieme per migliorare l'accesso alle informazioni fondamentali sulle specie invasive".