Taglio degli sprechi, tasse sugli inquinatori e reinvestimenti nel settore ambientale per incentivare la sostenibilità e la conversione ecologica del Paese. E' il contenuto di un documento approvato durante il IX Congresso di Legambiente, con tanto di proposta dettagliata sulle voci di bilancio da risistemare. Citandone alcune, l'associazione ambientalista propone di reperire quasi 7 miliardi da auto, cave, acque minerali, discariche, rendite finanziarie e accise sui carburanti per coprire i tagli al trasporto locale. Altri 14 miliardi eliminando costi di infrastrutture inutili, emergenza, ritardi su Kyoto, spese militari, agevolazioni all'autotrasporto e combattendo illegalità e evasione. Un totale di 21,5 miliardi insomma che l'Italia potrebbe recuperare attuando politiche “verdi” in alcuni settori, incentivando la sostenibilità ambientale e disincentivando le pratiche più inquinanti.
Legambiente pensa per esempio all'introduzione di tasse patrimoniali per disincentivare la vendita e l'utilizzo di auto di grossa cilindrata con ritocchi aggiuntivi sul bollo annuale e sul costo del carburante. Il che andrebbe a tutto vantaggio della qualità dell'aria e dell'aumento del trasporto pubblico. Altri vantaggi economici arriverebbero dalla modifica del sistema con cui si prelevano e si pagano allo Stato le risorse naturali. Materiali edili dalle cave e prelievi idrici di acque minerali sono, infatti, pagati alle Regioni cifre irrisorie rispetto agli enormi guadagni realizzati da chi cava per fare calcestruzzo e cemento o da chi imbottiglia le acque. Per fare un esempio l'affare dell'acqua fa ricavare alle aziende imbottigliatrici 2,3 miliardi di euro l'anno, mentre i canoni delle concessioni si fermano a 10 milioni di euro in totale. Legambiente propone di ricavarne 125 alzando il canone di utilizzo delle fonti, soldi che potrebbero così essere reinvestiti nell'ammodernamento degli impianti idrici. Discorso simile per lo smaltimento dei rifiuti nelle discariche, talmente basso da disincentivare la piena attuazione della raccolta differenziata.
Oltre a queste ed altre misure Legambiente chiede che si taglino gli sprechi dovuti alle grandi infrastrutture in cantiere, rinunciando per esempio al costoso e leggendario Ponte sullo Stretto di Messina e le nuove autostrade nella Pianura Padana, risparmiando così 12.370 milioni di euro e i finanziamenti per l'acquisto di nuove attrezzature militari come i cacciabombardieri (costo 16 miliardi di euro). Altre misure riguardano politiche virtuose che prevedano risparmi in termini di danni: come la realizzazione di un piano di messa in sicurezza del territorio per mitigare il rischio idrogeologico e l'arresto del consumo di suolo. Il margine di recupero è elevato anche sul fronte evasione fiscale: far emergere i circa 270 miliardi di euro di economia sommersa potrebbe far recuperare moltissimo così come combattere l'ecomafie che potrebbe riportare nella casse dello Stato circa 20 miliardi di euro, la cifra stimata del giro d'affari dell'illegalità ambientale.