C'è il parere positivo dell'Ispra sul Piano di controllo del cervo nel Comprensorio del Cansiglio per la drastica riduzione dei 3000 cervi presenti nella foresta (dovranno essere la metà nel giro di tre anni). L'operazione, che arriva con un incredibile ritardo, è il risultato di censimenti, studi approfonditi e vede l'accordo di due regioni (Veneto e Friuli) e delle tre province coinvolte (Belluno, Treviso e Pordenone).
Non ci sono altre soluzioni, cresciuti a dismisura, i cervi hanno già determinato la scomparsa di molte altre specie autoctone e ormai compromesso la vegetazione tipica, a cui si aggiungono i danni economici causati all'agricoltura e al settore dell'allevamento, visto che i cervi entrano nelle aziende che hanno i terreni in concessione e tolgono il foraggio destinato alle mucche. “Se stiamo a guardare – dice sul sito del comprensorio il tecnico faunistico Michele Bottazzo - in pochi anni questi animali distruggeranno tutto il bosco, si ammaleranno e moriranno di fame. Per questo dobbiamo fare gli abbattimenti. E i numeri, purtroppo, sono molto pesanti”. Purtroppo anni e anni di mancati controlli determinano oggi anche l'esigenza di dover sparare soprattutto ai piccoli e alle femmine.
Eppure quello stesso atteggiamento animalista intransigente ancora non si fa carico delle proprie responsabilità e a pochi giorni dall'avvio dei prelievi come nulla fosse torna a farsi sentire per mezzo di uno dei suoi rappresentanti più agguerriti: Andrea Zanoni, che sui giornali di questi giorni tenta di spazzare via le sofferte e morigerate posizioni espresse dai tecnici faunistici. Lo fa con il solito attacco alla caccia, che in questo caso poco o nulla c'entra, visto che si tratta di un abbattimento controllato. Minaccia di denunciare il fatto alla Commissione Ue valutando eventuali infrazioni alla direttiva Habitat. Ma su come porre fine alla sofferenza della foresta, sacrificata ai capricci degli amici di Bambi, nessun accenno.