I funghi in base a precisi criteri di commestibilità possono essere suddivisi in diverse categorie:
Funghi tossici quando dopo l'ingestione si manifestano disturbi all'apparato digerente, con effetti più o meno dolorosi ma con prognosi generalmente benigna;
Funghi velenosi quando la sindrome, oltre all'apparato digerente, interessa cellule del fegato, dei reni e del sistema nervoso e può portare alla morte, con una percentuale di probabilità che varia da specie a specie;
Funghi sospetti quando la tossicità del fungo non è ancora nota, ma ci sono ragioni per credere che abbia provocato avvelenamenti o intossicazioni diffuse, ma ancora non dimostrabili (non bisogna dimenticare che la micologia in senso moderno è una scienza molto giovane) ;
Funghi non commestibili quando il fungo non è né velenoso né tossico, ma per odore, sapore e altre caratteristiche, non presenta qualità organolettiche di rilevanza, e infine
funghi senza valore quando il fungo, per dimensioni, sapore, consistenza, non merita di essere preso in considerazione e non ha quindi alcun valore gastronomico.
Al fine di evitare le intossicazioni è importante consumare solo funghi identificati con assoluta certezza da un micologo. Ricordiamo che ogni Azienda Asl ha per legge un ispettorato di micologia preposto alla prevenzione di casi di avvelenamento.
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